Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 28 Giugno 2023

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Viviamo tempi confusi anche per quanto riguarda la fede. La possibilità di comunicare con i social ha portato tanti benefici ma anche alcuni rischi, dando la possibilità a tutti di esprimersi, cosa giusta, ma anche di manipolare le idee e le informazioni.

Ci sono coloro che, vendendosi come difensori della fede, come strenui partigiani dell’ortodossia (quale sia essi stessi lo stabiliscono), in realtà demoliscono quella fede che dicono di voler proteggere, insinuando dubbi, assumendo comportamenti oltraggiosi ed offensivi verso i nostri vescovi e Papa Francesco in particolare.

Cristiani che, semplicemente, rinnegano la Chiesa in cui sono cresciuti, si arrogano il diritto di rilasciare patentini di ortodossia, si appellano ad una Tradizione che dimostrano di non conoscere. Lupi vestiti da agnelli. Perché da sempre la comunità sperimenta questa contraddizione, sin dall’epoca apostolica: il vero pericolo per il Vangelo non proviene da coloro che odiano la fede ma da coloro che la plasmano secondo le proprie idee, non secondo quanto, da sempre, ovunque, da tutti è creduto.

E le anime semplici (o colpevolmente ingenue) si fanno abbindolare da qualche discorso, da qualche presunta rivelazione privata, per allontanarsi dal cammino tracciato dai discepoli lungo i secoli. Che tristezza! Il Signore, però, ci fornisce un criterio di valutazione per discernere le situazioni e le persone: i veri profeti, come un albero buono, producono frutti buoni, pace, amore, riconciliazione, mitezza, compassione…

Non certo il veleno rabbioso che alcuni spacciano per franchezza evangelica, non certo il giudizio impietoso e approssimativo con cui condannano chi non la pensa come loro. Viviamo con prudenza, allora, anche dentro la Chiesa, fidandoci di chi è affidabile. La Chiesa è lunga, larga e profonda, certo, e sulla barca ci stiamo tutti.

Ma avremo il diritto di ammonire chi, sulla barca, passa il tempo a fare buchi nello scafo per affondarla, o no?

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 7,15-20

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