È sempre imbarazzante leggere questo racconto: Gesù sta acquistando consapevolezza di che svolta sta per prendere la sua missione e afferma con forza, ai discepoli e a noi, di essere disposto ad andare fino in fondo pur di non rinnegare il vero volto del Padre: è disposto a morire pur di non cambiare la sua idea su Dio.
Questo è il senso profondo e ultimo del prendere la croce, che non significa sopportare il dolore, magari un dolore misteriosamente inviatoci da Dio, ma essere disposti a seguire le orme del Maestro fino a donare la nostra vita per testimoniare l’amore verso il Padre.
E davanti a tanta determinazione, a tanta (triste) consapevolezza davanti a tanta forza restiamo basiti dalla reazione dei discepoli. Di noi discepoli. Quanto è tiepida, al confronto, la nostra fede che si accontenta di modificare la nostra idea su Dio seguendo le mode o le sensazioni del momento, quanto siamo diventati autoreferenziali é pavidi e scipiti davanti a questa forza!
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Gesù afferma con onestà che chi lo segue deve essere disposto ad avere la stessa determinazione, lo stesso fuoco, la stessa passione, lo stesso ardore e invece gli apostoli, e noi, corriamo il rischio di giocare ancora una volta a chi è più importante, a chi è più grande.
Perché se, diventando discepoli, abbiamo (dovremmo) abbandonato la logica del mondo con la sua logica del primeggiare, dell’emergere, dello strappare like, dell’accumulare, denari, spesso questa stessa logica, subdola, riemerge nelle nostre dinamiche ecclesiali.
Davanti a tanta incomprensione, Gesù, magnifico, immenso, si mette da parte e prova ad insegnare, a noi cocciuti, qual è — invece — la logica del Regno, non quella dei primi posti, fossero anche santi e legati alla parrocchia o alla diocesi, ma la capacità di amare fino al dono di se stessi.
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Vogliamo in questa giornata essere capaci e disposti a convertire il nostro cuore a una nuova logica, ad una nuova mentalità, fatta di dono e di servizio di sé, senza sgomitare e primeggiare perché ci siamo scoperti unici e amati agli occhi di Dio.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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