Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 28 Febbraio 2020

Il venerdì di quaresima ci è chiesto un gesto semplice di attenzione al cibo: l’astinenza delle carni che, tradotto nel ventunesimo secolo significa nutrirsi con moderazione e senza sprecare denari.

Oggi la carne costa meno della verdura e immensamente meno del pesce, occorre muoversi con intelligenza nelle nostre scelte.

Alcuni amici mi suggeriscono un’astinenza interessante: nutrirsi, durante i venerdì di quaresima, mangiando cibo che ci dia le calorie che hanno a disposizione gli abitanti dei paesi poveri, per vedere come si sta.

Ma qualunque sia il gesto che riusciamo a fare, l’importante è che ci spalanchi alla generosità e all’interiorità. Facciamo digiuno perché lo sposo non è con noi, e aspettiamo il suo ritorno glorioso alla fine dei tempi.

Non facciamo digiuno perché va di moda, o perché dimostriamo a Dio che siamo capaci. Lo facciamo per sentire lo stomaco lamentarsi e accorgerci che la maggioranza del genere umano sente lo stomaco lamentarsi tutti i giorni della propria vita.

Un gesto forte, certo, ma che se fatto con moderazione e discrezione può davvero insegnarci ad accorgerci dei problemi veri che coinvolgono i due terzi dell’umanità…

Fonte


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 9, 14-15 In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno». Parola del Signore

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