Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 28 Dicembre 2022

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Muoiono, i bambini di Betlemme. Inconsapevoli, vengono strappati dalle braccia delle madri e uccisi nello strazio e nella confusione. Erode ha dato l’ordine, accecato dalla sua paura, inferocito dalla sua insaziabile sete di potere, spaventato dall’annuncio di quegli stranieri che hanno parlato di un nuovo re.

E ancora una volta, nel suo crudo (e benefico) realismo, la liturgia ci strappa dal divano e dai preparativi per il nuovo anno e ci richiama alla lotta ancora non sopita fra luce e tenebre, fra innocenza e malvagità. Come non pensare ai bambini morti sotto le bombe? O venduti e sfruttati? O abusati?

Come non pensare ai tanti Erode che ancora sbranano e uccidono senza porsi limiti? Ma, e questo ci fa sobbalzare, la Chiesa da sempre celebra quegli innocenti come martiri, testimoni della fede, uccisi in odio alla fede. No, Dio non ferma la mano omicida che dovremmo fermare noi, e si schiera dalla parte dei perseguitati, facendosi perseguitare.

Ecco chi è il vero Dio che, subito, ci destabilizza. Il nostro non è il Dio che ferma i carnefici, ma che si unisce alle vittime. E io, da che parte voglio stare?

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