Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 28 Dicembre 2021

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Puntuale come ogni anno, a qualche giorno dal Natale che gronda zucchero e miele, la liturgia ci invita a fare memoria di quei bambini che la paura e la furia omicida di Erode condannarono a morte in quel di Betlemme.

Gli storici storcono il naso sull’evento, comunque plausibile vista la ferocia del re fantoccio, ma i teologi abbassano lo sguardo. È vero: Dio è venuto in mezzo a noi, ha piantato la sua tenda, abitato la nostra quotidianità.

Ma ingiustizia, brutalità, violenza non hanno mai smesso di moltiplicarsi, talvolta, addirittura, indossando la maschera del Vangelo. La ragione è molto semplice: anche davanti a Dio la nostra libertà di accoglierlo o di rifiutarlo rimane intatta. Anche Dio fa quel che può perché sceglie di non esercitare come uno sceriffo la sua onnipotenza.

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Ma, e questo cambia le cose, Dio non accetta più di essere brandito come un’arma in mano ai potenti e fa di neonati inermi dei martiri testimoni del suo amore.