Puntuale come ogni anno, a qualche giorno dal Natale che gronda zucchero e miele, la liturgia ci invita a fare memoria di quei bambini che la paura e la furia omicida di Erode condannarono a morte in quel di Betlemme.
Gli storici storcono il naso sull’evento, comunque plausibile vista la ferocia del re fantoccio, ma i teologi abbassano lo sguardo. È vero: Dio è venuto in mezzo a noi, ha piantato la sua tenda, abitato la nostra quotidianità.
Ma ingiustizia, brutalità, violenza non hanno mai smesso di moltiplicarsi, talvolta, addirittura, indossando la maschera del Vangelo. La ragione è molto semplice: anche davanti a Dio la nostra libertà di accoglierlo o di rifiutarlo rimane intatta. Anche Dio fa quel che può perché sceglie di non esercitare come uno sceriffo la sua onnipotenza.
- Pubblicità -
Ma, e questo cambia le cose, Dio non accetta più di essere brandito come un’arma in mano ai potenti e fa di neonati inermi dei martiri testimoni del suo amore.
Fonte | LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO DEL GIORNO