Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 28 Dicembre 2019

La Chiesa celebra oggi la memoria dei santi martiri innocenti, di quei bambini che furono uccisi dalla ferocia di Erode.

Sono loro, i bambini, le prime vittime dell’assurda ferocia degli adulti. I bambini, ignari, indifesi, impotenti, ieri come oggi, sono travolti dalle follie degli adulti.

I bambini, l’immagine stessa della natura umana integra, della beatitudine incorrotta, sono le prime vittime delle guerre, delle malattie, delle lotte. Primi fragili fiori recisi dalla falce del potere e dell’arroganza.

Così, oggi, ricordando questi piccoli, facciamo memoria dei troppi innocenti uccisi dalla barbarie. Nuovamente una memoria dolorosa quella di oggi, che dona profondità e senso alla festa che stiamo celebrando.

Non siamo qui a cantare stille nacht e a giocare ai buoni sentimenti, ma a vedere quanto l’uomo è capace di distruggere e di perdersi, di quanta salvezza profonda, infinita abbiamo necessità. E questa salvezza, per noi, ha un volto: Gesù Cristo rivelatore del Padre, Salvatore del mondo.

La Chiesa pone i riflettori sui bambini che furono uccisi dalla cieca furia di Erode, incapace Erode di capire che la regalità di Cristo non ha nulla a che vedere con la sua sete di potere. La Chiesa osa onorare la memoria di queste vittime inermi col titolo più impegnativo per un cristiano, quello di martire.

Fonte


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Erode mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 2, 13-18   I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».   Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio».   Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esatezza dai Magi.   Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». Parola del Signore

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