Siamo chiamati ad annunciare il Vangelo, a viverlo, a vivere da salvati, da guariti. Siamo chiamati a farlo con semplicità, senza preoccuparci troppo degli aspetti organizzativi, senza l’ossessione delle procedure, dei controlli, dei protocolli. Siamo chiamati a farlo come siamo, per quello che siamo, lasciando trasparire in noi tutto l’amore che abbiamo ricevuto e che siamo diventati capaci di dare.
Richiede forza tutto questo. E costanza. E fede. E sappiamo bene quanto siamo fragili, incostanti, incapaci, lunatici, sprovveduti, infantili. Lo sa bene, il Maestro. Allora, scrive Luca, dona ai discepoli anche la benzina per il viaggio, la forza che ci permette di parlare con sovrabbondanza di gioia, non con calcolato mestiere.
La forza che è il dono dello Spirito, la presenza stessa di Dio, la fiamma che scuote, illumina, divampa, consuma. Non dobbiamo sforzarci ma accogliere e lasciar agire in noi la forza. Le nostre Chiese europee stanno vivendo un momento di profonda crisi, anche a causa degli scandali sessuali, finanziari che hanno attraversato gli ultimi decenni.
La Chiesa ha smesso per molti di essere punto di riferimento credibile. E questa incoerenza, purtroppo allontana le persone dall’accoglienza del Vangelo. Duemila anni di storia hanno plasmato le nostre società, hanno suscitato istituzioni, tradizioni, abitudini fatte di molta luce e di qualche ombra. Gesù è lo stesso ieri, oggi e sempre ma cambia il nostro modo di annunciarlo.
Il sinodo che stiamo celebrando si interroga proprio sul modo di annunciare il Vangelo, avendo il coraggio di rivedere le nostre organizzazioni e il nostro linguaggio, tornando a prendere sul serio le istruzioni che Gesù ha dato ai suoi discepoli e a noi. Forse, a saperla leggere, la crisi che stiamo vivendo è una grande benedizione.
Osiamo lo Spirito, torniamo all’essenziale, usciamo dai nostri recinti del sacro, riscopriamoci in quanto battezzati inviati dal Signore.
FONTE: Amen – La Parola che salva
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 9,1-6
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