Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 27 Ottobre 2023

Sappiamo giudicare da noi stessi quello che è giusto. Non abbiamo bisogno di ricorrere sempre a Dio, di scomodarlo, di convincerlo, di irretirlo, di tirarlo per la giacchetta, sentendoci suoi avvocati difensori. Non dobbiamo nominare il nome di Dio invano, cioè a vanvera, chiedendogli di fare ciò che potremmo benissimo fare da soli senza scomodarlo.

Dio, il nostro Dio, è colui che ci tratta da adulti, che ci rende capaci, che ci crede capaci di vivere una vita corretta, luminosa, a partire da ciò che è essenziale nel ‘Vangelo, per poi declinare le parole del Maestro nella quotidianità, nelle scelte concrete, nella vita reale.

Nella politica, nell’economia, nella vita sociale, possiamo giudicare da noi stessi, senza alcun bisogno di scomodare Dio e i suoi arcangeli. Siamo resi capaci di concretizzare i valori fondanti del Vangelo, siamo chiamati a discernere quanto succede, come sappiamo interpretare l’evoluzione della meteo.

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Quindi, cortesemente, smettiamola di chiedere l’intervento divino per cose che potremmo tranquillamente risolvere noi. E impariamo, davvero, sul serio, a riconoscere quanto sta accadendo, alla Storia, alla nostra storia, assumendo lo sguardo alto e altro che è la profezia, la capacità (dono, non conquista) di riconoscere l’intervento di Dio.

Per farlo spalanchiamo il cuore all’azione dello Spirito, formiamo la nostra coscienza e intelligenza, meditiamo la Parola, preghiamo nel silenzio per cogliere i tanti segni che Dio ci mostra.

Valutiamo quanto è giusto fare, dialoghiamo con il giudizio del mondo, ascoltiamo le sue ragioni perché forse dobbiamo, come discepoli, come testimoni, ammettere che abbiamo fatto qualcosa di sbagliato, che non siamo stati così credibili, che potevamo fare meglio quanto il Signore ci ha chiesto di fare.

Siamo resi capaci, in questo tempo di mezzo fra la sua venuta nella storia e il suo ritorno nella gloria, di diventare suoi testimoni, pagina pubblicitaria del Regno. Dio (almeno lui) ci tratta da adulti.

FONTE: Amen – La Parola che salva
Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 12,54-59

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