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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 27 Novembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 21,12-19

C’è un modo di vedere la vita in cui facciamo slalom fra le disgrazie, le iatture, le malattie, i lutti, le persone moleste, quelle aggressive. In questa prospettiva essere cristiani significa, almeno un po’, cercare riparo, un senso, un’assicurazione sulla vita.

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E se dichiararsi apertamente per il vangelo significa essere guardati con sospetto, presi in giro, giudicati, allora si preferisce tenere un profilo basso, defilato.

E poi c’è un altro modo, folle e scomodo, quello di cui parla il Signore Gesù oggi e che la prima comunità cristiana vede drammaticamente realizzarsi dopo la caduta del tempio, quando i nazrim, i discepoli del Nazareno, chissà perché, vengono messi nel novero dei traditori come i romani ed esclusi dal giudaismo.

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E lì, allora, nel primo modo, siamo tutti a dire: non accada mai! Dio ce ne liberi! Oppure, nella logica di Cristo, anche una persecuzione, una contrarietà, un’accusa diventa un’occasione. Quelle di rendere testimonianza, quella di dire di Dio, quella di mostrare dove riposa il nostro cuore.

L’ostilità crescente nei confronti del Signore si riversa inevitabilmente sui suoi discepoli, a partire dagli apostoli e fino a noi oggi. È il mistero dell’iniquità del male che rende tutto incomprensibile: chi annuncia e costruisce pace e amore viene mal sopportato, ostacolato, perseguitato.

Così sarà lungo i secoli per molti fratelli e sorelle cristiani. Discriminazioni e persecuzioni sono sempre possibili in un mondo divorato dall’odio. E il Maestro ci invita a tener duro, a dare testimonianza nei tribunali, a parlare di Dio anche con chi lo odia e lo vuole eliminare dalla propria vita.

Non viviamo in un paese che perseguita i cristiani, certo, ma vivere con semplicità e trasparenza le parole belle del Vangelo può diventare un problema in certi contesti. Farlo in un periodo in cui il mondo ecclesiale che abbiamo conosciuto sembra scomparire richiedere fedeltà e determinazione. Perseveriamo per avere in dono la salvezza.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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