Il Signore prega e chiede per noi suoi discepoli il dono dell’essere uniti, di vivere un amore che armonizzi le diversità, che riesca ad indicare il grande progetto che Dio ha di un’umanità redenta, riconciliata, pacificata nel profondo.
Questa dovrebbe essere la prima preoccupazione delle nostre Chiese, delle nostre parrocchie: testimoniare l’unità nella diversità. Non siamo seguaci del pensiero unico, ma della fede unica. Dio, il Dio di Gesù, è colui che, nello Spirito, ci riunisce. Basta guardare una nostra celebrazione: solo l’amore per Cristo riesce a metterci insieme! Se dovessimo discutere di politica, o dell’abbigliamento del sacerdote, finiremmo certamente per litigare. Siamo diversi, perciò possiamo essere uniti: tutti convergiamo verso Cristo.
Che bello incontrare dei credenti che parlano bene gli uni degli altri, che non si lasciano andare al (santo) pettegolezzo, che sanno vedere il positivo degli altri. Che bello incontrare dei preti che non si lasciano andare alla critica dei confratelli, che non pensano di essere migliori o più capaci.
Che bello poter vedere nella Chiesa tante intuizioni, tante idee, tanti modi di realizzare e vivere l’unico vangelo!
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