Vegliamo, perché il Signore viene quando meno ce lo aspettiamo. Vegliamo nella fatica, anche se la notte è fonda e fa paura. Vegliamo anche quando ci scoraggiamo e pensiamo di esserci sbagliati e che sia tutto un (bell’) inganno.
Vegliamo per non farci travolgere dalle cose da fare, dalla crisi economica, da quella delle relazioni e degli affetti. Vegliamo per non stordirci con le preoccupazioni o le illusioni. Vegliamo come chi sa che la vita non si consuma tutta qui, che il frammento di eternità che ci troviamo piantati nel cuore non è che una caparra di Dio.
Vegliamo perché la vita è un infinito combattimento, una lotta perpetua contro la dimenticanza di noi stessi e dell’essenziale. Vegliamo per non cadere vittime dello scoraggiamento generale, della rassegnazione collettiva, del cinismo imperante. Vegliamo pregando, con una preghiera intensa e feconda, vera e quotidiana, che attinge alla Parola per tradurla nelle scelte di tutti i giorni. Vegliamo per non cedere: il Signore viene quando meno ce lo aspettiamo.
Viene nella nostra anima e viene alla fine della nostra vita biologica.
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