Possiamo avere uno sguardo sulla realtà approssimativo e superficiale, farci condurre dalle emozioni, spesso negative, lasciare che siano altri a condurre la barca della nostra vita.
Oppure scegliere quale sguardo avere, decidere da che parte stare, capire. Siamo ormai abituati e rassegnati a lasciar scegliere agli altri: ci lamentiamo del frutto sul nostro piatto che altri hanno raccolto per noi ma abbiamo disimparato a guardare gli impercettibili segni dell’albero che cresce e produce.
Sì: viviamo tempi difficili, a tratti incomprensibili e spaventosi, ma il Maestro ci insegna ad alzare lo sguardo, a non rassegnarci, a non cedere al vittimismo e al catastrofismo, ad avere una chiave di lettura di quanto accade. E questa chiave di lettura rimane la Parola, accolta, amata, meditata, che non passa, che illumina ogni evento, che orienta ogni scelta.
Una Parola che rimane cui attingere verso la pienezza della luce.
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