Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 26 Luglio 2023

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Non c’è niente da fare: Dio non imparerà mai. Ma che senso ha gettare il seme a caso, fingendo di non accorgersi che una parte finisce sulla terra calpestata e indurita della strada, un’altra in mezzo ai rovi e alle spine? Perché questo spreco, questa apparente disattenzione? Perché non curare un piccolo appezzamento dissodato, concimato, produttivo, recintarlo e innaffiarlo, accudirlo costantemente? Che senso ha tanto spreco?

Così è (il nostro) Dio, talmente ottimista da sperare che il seme della Parola possa penetrare il nostro cuore indurito e ferito, e portare frutto; così folle da sapere che il seme è più forte delle spine e della siccità; così innamorato dell’umanità da seminare sempre, con abbondanza e generosità, il seme della Parola. Perché così è la vita, la mia, la tua vita: spesso indurita dalle delusioni, dagli errori, dal peccato, dalla rabbia, diventa impermeabile a qualunque annuncio, a qualunque buona parola, a qualunque afflato interiore o spirituale.

Siamo respingenti, cinici, giudicanti, diffidenti e, così, tutto ci rimbalza addosso, non penetra, non fa breccia. Ma nessuna durezza di cuore ferma Dio, mai. Perché così è il nostro percorso di fede: scostante, alternato, claudicante, capace di grandi entusiasmi e di grande generosità e di momenti di profonda depressione e freddezza, soffocati da mille preoccupazioni e da mille giri di testa.

Ma Dio è sempre lì che ci aspetta, appena riusciamo a volgere lo sguardo verso di lui. Perché il mio è un Dio felice che mi vuole felice, che non ce l’ha con me, che collabora alla mia fioritura ma non mi trapianta forzatamente in una serra. Dio vede, e anche noi, che, almeno una volta su quattro, il seme porta frutto in maniera esagerata.

E noi, innamorati dell’innamorato, sedotti da tanta generosità, inebriati da tanto apparente spreco, lasciamo che sia il seme a esercitare la sua forza, lo lasciamo lavorare, lo lasciamo crescere e portare frutto…

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 13,1-9

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