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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 26 Giugno 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 7, 15-20

Viviamo tempi confusi anche per quanto riguarda la fede. La possibilità di comunicare con i social ha portato tanti benefici ma anche alcuni rischi, dando la possibilità a tutti di esprimersi, cosa giusta, ma anche di manipolare le idee e le informazioni.

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Ci sono coloro che, vendendosi come difensori della fede, in realtà demoliscono quella fede che dicono di voler proteggere, insinuando dubbi, assumendo comportamenti oltraggiosi ed offensivi verso i nostri vescovi e il Papa in particolare.

Cristiani che, semplicemente, rinnegano la Chiesa in cui sono cresciuti, si arrogano il diritto di rilasciare patentini di ortodossia, si appellano ad una Tradizione che dimostrano di non conoscere. Lupi vestiti da agnelli. Il Signore ci fornisce un criterio di valutazione: i veri profeti, come un albero buono, producono frutti buoni: pace, amore, riconciliazione, mitezza, compassione.

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Non certo il veleno rabbioso che alcuni spacciano per franchezza evangelica! Possiamo fare grandi discorsi, e atteggiarci a (umilissimi) devoti ma è la concretezza delle scelte che manifesta cosa ci nutre, cosa ci alimenta.

Il frutto stabilisce che tipo di frutto siamo, nessuno raccoglie le prugne da un rovo spinoso. Perciò, giustamente, anche chi ci sta accanto e non crede misura le nostre parole dal modo che abbiamo di vivere.

Non forzatamente coerente o integerrimo, ma orientato al bene, al perdono, alla verità interiore, al desiderio di amare. Gesù non vuole dei perfettini, è imbarazzato dalle nostre ansie di spocchiosa santità, vuole dei discepoli capaci di imparare, consapevoli di essere ancora in cammino, desiderosi di verità.

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Meglio pochi frutti ma sani e succosi di folte chiome di foglie belle solo da vedere. Sono tempi difficili, diffidiamo dei tanti lupi travestiti da agnelli o, peggio, da cani pastori. Chi semina odio atteggiandosi a difensore della verità, chi non è in sintonia con la grande Chiesa riunita attorno al Vangelo e nella comunione con Pietro, non è semplicemente da ascoltare.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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