Vangelo di Marco 9,38-40
Chi non è contro di noi è per noi.
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».
Parola del Signore.
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I guaritori dell’epoca si avvicinavano all’ammalato e cominciavano a praticare strani gesti taumaturgici, invocando l’aiuto di grandi uomini del passato, Salomone, fra tutti, e del presente. Il fatto che qualche guaritore avesse iniziato a citare Gesù ci rivela quanto la sua fama si stesse diffondendo!
Ascolta “Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 26 Febbraio 2025” su Spreaker.E Giovanni l’apostolo resta scosso da tale invocazione: il guaritore in oggetto non è uno del gruppo dei discepoli, è un perfetto sconosciuto, non è del gruppo, non è dei “nostri”. Ingenuamente comunica a Gesù di avere tentato in tutti i modi di fermarlo, senza riuscirvi. Non ha il patentino di discepolo, come si permette di invocare il nome di Gesù?
Il Maestro, invece, sorride. Va bene così, lascia fare, nessuno invoca il mio nome e mi è nemico. La sua è una risposta inclusiva, rasserenante, che riconcilia con la vita. Non c’è bisogno di superare un esame per cercare Dio, non c’è bisogno di un patentino per invocare il nome di Cristo. Non c’è bisogno di compilare un registro per appartenere al Regno.
È normale che accada: le società umane da sempre si strutturano in gruppi che condividono pezzi di vita, idee, propositi. Accade anche nel variegato mondo della fede, cristiani e non. Fa parte della grande ricchezza della diversità che, appunto, Gesù invita a rispettare. Dio ha molta più tolleranza di quanta ne abbiamo noi, tristemente abituati a bollare le persone e a guardarle con sospetto se non fanno parte del gruppo dei “nostri”.
E non solo esprimiamo giudizi (inopportuni) su chi sia credente o meno ma, anche, spesso, all’interno della Chiesa, riusciamo a dividerci in “nostri” e “loro”, come se uno specifico carisma, una sensibilità, uno stile in cui mi riconosco diventassero automaticamente il modo di essere Chiesa.
Per Dio, ogni uomo è dei “nostri” e la Chiesa è multiforme, accomunata dall’unica fede in Gesù, rivelatore del Padre, e ricca di tante diverse sensibilità che compongono un mosaico. Riconosciamolo e gioiamone!
+++Commento di Paolo Curtaz tratto, per gentile concessione, dal libretto Amen, la Parola che salva.+++
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