Stiamo attraversando il deserto per riprendere in mano la nostra vita, per fare il punto nave della navigazione, per capire dove stiamo andando. Non per capire cosa stiamo facendo, quali sono i risultati dei nostri sforzi, ma per definire la direzione in cui ci stiamo muovendo.
Per arrivare a vedere la bellezza di Dio sul Tabor. Allora mi interrogo: come ho imbastito la mia vita? Dove sto andando? Cosa è essenziale nelle mie scelte? Gesù ci provoca: impara da Dio a diventare misericordioso, tanto hai ricevuto, prova a donare quanto hai accolto.
Matteo aveva concluso il suo discorso della montagna chiedendo ai discepoli di essere perfetti come è perfetto il Padre nostro che è nei cieli e Luca, riprendendo quel discorso, un po’ lo corregge, ricordando a tutti che la perfezione di Dio è la misericordia.
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Non siamo chiamati, cioè, a diventare degli insopportabili saputelli che puntano il ditino (santo e odoroso di incenso) contro le azioni degli altri (con grande umiltà ovviamente), ma a imparare piuttosto, da Dio, ad essere compassionevoli, misericordiosi, magnanimi, capaci cioè di allargare la nostra tenda per ospitare altre persone, di astenerci dal giudizio per vedere con il cuore, di essere come Dio, che vede in ogni seme già un frutto maturo.
Così siamo chiamati ad avere misericordia, termine che indica l’incontro fra la miseria e il cuore, la nostra miseria e il cuore di Dio, che è la capacità di guardare la fragilità, che tutti inevitabilmente ci contraddistingue, con il cuore largo di Dio, con il suo sguardo sorridente e compassionevole, Dio che sa chi siamo in profondità, (l‘unico che lo sa) più di quanto lo sappiamo noi stessi.
Che bello vivere in un mondo, in una Chiesa, in cui le persone – sul serio! – vivono la misericordia e la compassione, che non è pietismo, buonismo, che non è arrendevolezza, ma la capacità faticosa e virile di andare oltre l’apparenza per vedere, come Dio, quello che possiamo diventare.
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Siamo misericordiosi oggi con noi e con gli altri, imitando così il Dio di Gesù che è diventato il nostro Dio.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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