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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 26 Dicembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 10,17-22

Con un tempismo perlomeno discutibile, la Chiesa ci fa celebrare, allโ€™indomani del Natale, la memoria del primo discepolo ucciso: Stefano di Gerusalemme. Per ricordarci che credere non รจ un affare da bambini.

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Strano giorno in cui ricordare un martire! Non disturba la nostra quieta visione del Natale, la nostra placida digestione questa festa? Non contraddice le belle emozioni che abbiamo provato durante la notte santa mentre ascoltavamo i canti tradizionali?

Sรฌ, certo, e tanto. E meno male. Amo la Chiesa. Tanto. Perchรฉ tira diritto per la propria strada, perchรฉ tiene lo sguardo fisso sul proprio Signore, e quando non lo fa combina un sacco di pasticci. Mi piace il fatto che ci mandi di traverso il panettone allo zabaglione. Che ci renda indigesto il Natale.

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Mi piace che ci richiami alla veritร  delle cose, che ci ammonisca a non lasciarci prendere dalle sdolcinature natalizie che provocano un innalzamento della glicemia spirituale. Stefano muore. Perchรฉ ha seguito Gesรน. Che muore. Stefano muore per non piegarsi alla logica del mondo, perchรฉ si rifiuta di rinnegare il proprio Signore.

Stefano muore come รจ morto Gesรน, muore dopo avere argomentato la sua fede e la sua fedeltร  alla fede dei Padri. Muore senza rabbia, ma senza cedere alla follia degli omicidi colmi di rabbia.

Ed ecco il parallelismo: Gesรน nasce, Dio diventa uomo a Betlemme, ma lโ€™uomo non lo accoglie. La luce viene nelle tenebre ma le tenebre sono insofferenti alla luce, perchรฉ mette in risalto le ombre. In una giornata nuvolosa nessuno vede le ombre. Abbiamo bisogno del sole per vedere le nostre ombre.

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Ora: va bene emozionarsi davanti al bambinello e ai canti natalizi cosรฌ intensi. Ma poi, per favore, ricordiamoci bene che quel bambino รจ il segno di contraddizione.

Il martirio di Stefano ci ricorda che รจ pieno di sangue il Natale che abbiamo riempito di zucchero. Che Natale รจ chiederci se davvero lo vogliamo un Dio che diventa uomo, che si fa prossimo, che ci invita a cambiare modo di vivere e di pensare.

A noi la scelta. Stefano ha fatto la sua.

FONTE: Amen โ€“ La Parola che salvaIl blog di Paolo

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