Il tempio sarà distrutto e così la città di Gerusalemme, e i discepoli saranno perseguitati e, a completare il quadro a tinte fosche, Gesù parla di angoscia, di persone morte di paura, di potenze dei cieli sconvolte…
Usando un linguaggio pieno di immagini e di iperboli, Gesù descrive quella che è la situazione in cui anche oggi ci veniamo a trovare, fatta di ombre e luci, di paura per il futuro, di guerre, di crisi.
Ma, e questo è ciò che rimane, conclude il suo discorso rivolto a noi discepoli: quando cominceranno ad accadere tutte queste cose risollevatevi e alzate il capo perché la vostra liberazione è vicina. Non dobbiamo salvarci dalla disgrazie ma nelle avversità , non auspicare un ipotetico mondo senza fratture ma sanare quelle fratture con l’amore che ci viene da Cristo, non lasciarci prendere dallo sconforto ma aiutarci gli uni gli altri a sollevare lo sguardo per guarda oltre l’orizzonte.
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E vedere un Dio che sorride e salva.
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