A volte sono proprio le persone che conoscono la miseria ad essere più generose, ad avere il coraggio di donare, di mettersi in gioco, di condividere.
È successo anche a me: le persone da cui ho ricevuto sostegno in caso di necessità per me o per altri non erano particolarmente ricche e hanno dovuto rinunciare a qualcosa per venirmi in aiuto.
Il gesto della vedova intenerisce e commuove il Signore Gesù: getta nel tesoro del tempio pochi spiccioli che, probabilmente, nel grande budget della gestione del non ancora concluso tempio, non significano nulla; per lei, invece, rappresentano la rinuncia ad un po’ di cibo, ad un po’ d’olio.
È il cuore con cui compie quel gesto che va imitato, un cuore che vede, che prende sul serio, che si fa carico, che paga un prezzo (anche impegnativo!). La vedova sa bene che quel denaro servirà alle necessità del tempio e, forse, finirà nelle tasche di qualche sacerdote senza scrupoli.
Ma è per Dio che lo fa, non certo per la discutibile rinata classe sacerdotale. Imitiamo il gesto della vedova che si mette in gioco, che si lascia coinvolgere dalle cose di Dio e, nella Chiesa, usiamo il denaro che ci viene offerto con la serietà e l’assoluta onestà che esso richiede.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21, 1-4
In quel tempo, Gesù alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
Parola del Signore