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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 25 Giugno 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 7,6.12-14

Siamo chiamati a giudicare noi stessi e gli altri come Dio fa: con amorevolezza e autenticità. Il discepolo, prima di giudicare gli altri, guarda ai propri limiti, riconosce la trave che gli impedisce di vedere bene…

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Ma, nel contempo, sa distinguere bene chi gli sta intorno. Siamo chiamati ad essere un libro aperto, autentici e schietti, accoglienti e disponibili, certo, ma anche a riconoscere chi, travestendosi da pecora, è invece un lupo rapace.

Anche nelle nostre comunità ci sono persone poco centrate che abusano della nostra disponibilità e pretendono un’amicizia e un’intimità di relazione poco trasparente. Penso che Gesù intenda proprio questo quando chiede ai suoi di non dare le perle ai porci.

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Ci sono persone con cui è impossibile parlare efficacemente di Dio. Altre che lo fanno solo in spirito polemico e provocatorio. Altre che si nascondono dietro alla fede per non vedere i propri limiti e il percorso di crescita che dovrebbero affrontare. Non è certo facile destreggiarsi fra prudenza e disponibilità, ma è possibile e necessario.

Una porta stretta che ci fa crescere nello spirito evangelico, senza diventare insignificanti o inutilmente ingenui. Matteo si rivolge a dei credenti, alla sua comunità e chiede loro di scegliere la piccola porta laterale che permetteva, di notte, di accedere alla cittadina fortificata.

Chiede loro di evitare la via facile di una fede che diventa opinione, scontro, contrapposizione (pensate ai pro e contro il papa!), cultura, difesa dei propri diritti, invece di essere un percorso condiviso, un cammino percorso in una stessa direzione.

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Esiste un livello ulteriore: la vita spirituale è comunque faticosa, il cammino di consapevolezza della propria anima passa anche attraverso sentieri stretti e bui, la porta è piccola occorre abbassarsi. Se la porta è stretta si rischia di non vederla. Prendere coscienza dei propri limiti per accoglierli e, ove possibile, superarli, non è affatto semplice.

La vita, cioè, è una cosa seria e va vissuta seriamente.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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