Ma, alla fine, cosa è essenziale nel nostro percorso di fede? Cosa ci contraddistingue come cristiani, come discepoli? Come potremmo sintetizzare il nostro percorso di vita e di fede? Di più: cosa rimane della nostra vita, di ogni vita, cosa può darci pace, luce, gioia profonda in questo marasma che è la quotidianità?
È Gesù stesso che risponde facendosi largo fra gli oltre 600 precetti, quasi tutti figli delle (buone) tradizioni degli uomini, attributi a Dio. Andando all’essenziale Gesù dice: amerai. Amerai Dio al massimo delle tue capacità, con forza, con intelligenza, con passione. Amerai Dio perché ti sei scoperto amato a prescindere, senza condizioni, desiderato e atteso dall’Eterno; lo amerai come riesci, come puoi, sapendo che sei un essere in divenire, che quel che ti viene chiesto è di essere autentico, non perfetto.
Amerai il prossimo come vorresti essere amato tu, come ti sei scoperto amato. Lo amerai non per sforzo ma per sovrabbondanza; lo amerai di quell’amore divino che ha colmato il tuo cuore per poi debordare e riversarsi sugli altri.
Lo amerai come hai imparato ad amare te stesso, vedendoti come Dio ti vede: non il gigante dei tuoi sogni o il nano delle tue paure, non elemosinando approvazione, o manipolando gli altri.
Lo amerai consapevole dei tuoi limiti che non sono una gabbia o una colpa ma il luogo sicuro entro cui puoi fiorire. Amerai: è un’azione rivolta al futuro, è una promessa, è un traguardo. E Dio chiede di essere amato perché ci scopriamo amati: come si fa a comandare di amare? Esiste un comandamento prima del primo, un comandamento zero: lasciati amare.
E se la fede ha a che fare con l’amore, allora sì che diventa una buona notizia. Se smette di essere, come spesso l’abbiamo ridotta, uno sforzo per superare un esame, per entrare nel ristretto circolo dei bravi ragazzi; se la fede torna ad essere annuncio d’amore che, perciò, si diffonde amando, allora diventeremo credenti credibili.
FONTE: Amen – La Parola che salva
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 22,34-40
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