È curva la donna che chiede aiuto al Signore. Curva per una qualche grave forma di malattia alla schiena. Ma anche curva sotto il peso di quello che, chi le sta attorno, le chiede. Una donna dev’essere sottomessa ed obbediente al maschio di casa. Al padre, prima, al marito, poi.
Era una consuetudine millenaria, un’evidenza in tutte le culture, non solo quella di Israele. È curva, non ha dignità, non ha la possibilità di alzarsi, di prendere in mano il proprio destino, la propria dignità. È curva, accasciata sotto il senso del dovere che le hanno instillato, anche citando appositi e selezionati brani della Scrittura.
Per Gesù, invece, è solo una persona che soffre. Una persona che chiede di diventare finalmente una persona libera, riconosciuta nella sua identità. E la raddrizza. Con grave scandalo per i farisei presenti (ovviamente tutti maschi) che ne fanno una risibile questione teologica.
Gesù la difende, svergogna pubblicamente i suoi avversari, la forza delle sue parole, l’autorevolezza del suo ragionamento mette a tacere ogni stolta obiezione. Il Signore ci raddrizza, amici, e ci difende. Anche oggi.
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