È buffa l’idea che ci siamo fatti del cristianesimo come di un gigantesco anestetico delle coscienze, di una religione-monolite che non cambia mai idea, di una cassaforte blindata di buon senso e superstizione che si tramanda pigramente nei secoli!
Gesù, ci ammonisce, è venuto a portare il fuoco sulla terra! Il vangelo scuote le coscienze, non le assopisce, le illumina, le incendia, le consuma! Se il nostro cristianesimo è diventato così tiepido da essere imbarazzante è a causa della nostra poca fede, del nostro poco entusiasmo, della nostra pigrizia invereconda.
A volte mi interrogo: come è possibile che una fede così piatta, come oggi spesso sperimentiamo essere il cattolicesimo, abbia attraversato duemila anni di storia senza spegnersi? Non è possibile, certo, perché prima di noi ci sono stati molti discepoli che hanno preso estremamente sul serio l’invito di Gesù ad andare fino in fondo, ad osare.
Anche a costo di creare fratture e divisioni nel modo di pensare della propria cultura e delle proprie tradizioni: il vangelo si propone come una forza aggregativa e vincolante che supera i pur legittimi legami famigliari
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Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12, 49-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Parola del Signore.