Partiamo da una considerazione: per capire occorre ascoltare. Per crescere nella conoscenza occorre accogliere con intelligenza e disponibilità.
E già qui cadiamo molto male… la nostra contemporaneità si caratterizza per un paradosso insolubile: da una enorme disponibilità di informazioni rese possibile dai nuovi media e dalla rete di internet. Ma proprio questo enorme accumulo di informazioni diventa un problema: non abbiamo tempo per discernere, per distinguere, per ragionare, per capire e diventiamo superficiali, assecondando la nostra pigrizia mentale.
Figuriamoci, poi, se l’ascolto è rivolto alla Parola di Dio, piuttosto complessa, che richiede un minimo di studio e di preparazione per non farle dire delle emerite stupidaggini. L’ignoranza che abbiamo verso la Scrittura è sconfortante ma, come bene diceva san Girolamo: l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo.
Detto questo dobbiamo poi vedere come accogliamo la Parola e la spiegazione fatta da Gesù sulla parabola del seminatore ci aiuta e ci incoraggia. Perseveriamo nell’ascolto perché il seme della Parola fruttifichi in noi!
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