Grida il Signore. Grida per essere ascoltato, per superare la nostra ottusa sordità. Grida per dire chi è veramente il Padre e chi è lui, che vive per annunciare il Padre. Quante sordità ci impediscono di ascoltare!
Ascolta “Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 24 Aprile 2024” su Spreaker.Quanti rumori, troppi, nel nostro caotico e incomprensibile mondo che sembra non avere tempo per la propria anima, che ha smarrito l’interiorità. Grida, per dire che è venuto a portare luce, che è venuto per salvare, non per condannare, ma che la condanna è inevitabile se ci rifiutiamo di accogliere il suo vangelo.
Non come punizione di un Dio capriccioso e severo, ma come conseguenza di un gesto di allontanamento da noi stessi e dalla verità. Portiamo le conseguenze delle nostre scelte: il mondo, allontanandosi da Dio, non si è accorto di allontanarsi da se stesso, dalla verità che lo abita.
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Gesù non viene per condannare, ma per salvare, per ridare armonia e pienezza. E il suo desiderio è così forte, la sua passione così travolgente, la sua missione così importante, che la sua parola diventa urlo.
Il comandamento del Padre, che è l’amore accolto e restituito, a Dio e ai fratelli, ci spalanca alla vita eterna che è la vita di Dio, l’Eterno. Quanto è assurdo rifiutare di essere amati! Eppure lo facciamo, poniamo mille condizioni a Dio, continuamente, non ci arrendiamo al suo corteggiamento.
Eppure Dio è un Dio felice, che ci toglie dalle tenebre della supponenza, del vittimismo, della disperazione. Ma davanti alla Parola diventata parola, splendidamente e drammaticamente liberi, possiamo porre un rifiuto, erigere un muro, lasciandoci stordire dalle mille sirene del mondo.
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Allora Gesù grida forte, ancora e ancora. Facciamo silenzio, oggi, cercatori di Dio. Ritagliamoci un brandello di tempo, un piccolo spazio, per riuscire ad ascoltare la voce di colui che, solo, può illuminare la nostra vita e colmare il nostro cuore.
Superiamo ogni rumore interno, ogni brusio che ci impedisce di raggiungere la nostra anima e di ascoltare, ancora una volta, quanto siamo amati, quanto possiamo amare.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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