È tutto troppo strano, troppo faticoso, incomprensibile. In fondo, correndo a farlo re, i giudei volevano solo rimarcarne la grandezza, accoglierlo come Maestro capace di compiere prodigi. Tutto è diventato complicato: il pane, la carne, il sangue, il Padre… Un silenzio greve è calato nella sinagoga di Cafarnao. Molti escono, scuotendo la testa.
Anche fra i suoi discepoli, attoniti: Gesù ha esagerato, le sue parole sono troppo dure, incomprensibili. Davvero è diventato il peggior miracolo del Nazareno. Si gira verso gli apostoli, ci aspetteremmo che dicesse: almeno voi, restate. Macché. È talmente libero da liberarli: volete andarvene anche voi? Accomodatevi.
Lui non recederà, né addolcirà le sue parole. Morirà pur di non cambiare una virgola del suo messaggio. Libero fino in fondo. Libero, anche a costo di rimanere da solo. E tremano i nostri polsi davanti a tale libertà, a tanta determinazione. Anche noi, come Pietro, osiamo solo dire: dove, Signore? Dove vuoi che andiamo? Chi potrà mai colmare il nostro cuore, dopo avere conosciuto te?
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