Oggi la Chiesa celebra la festa di uno degli apostoli, Bartolomeo, conosciuto anche come Natanaèle. Un invito, nel cuore dell’estate, a ritrovare le radici dell’annuncio che abbiamo ricevuto.
Amo san Bartolomeo, lo confesso pubblicamente, a imperitura memoria. E amo la logica del maestro Gesù che vuole accanto a sé persone improbabili come Pietro, Matteo, Natanaèle… e me. Non sappiamo molto di lui ma ciò che sappiamo ci basta.
L’incontro col Signore lo racconta Giovanni nel suo Vangelo. Un incontro fatto di diffidenza e di stupore. Filippo raggiunge Natanaèle che riposa sotto il fico, l’albero sotto cui si medita la Scrittura, secondo i rabbini, perché il fico, come la parola di Dio, riempie di dolcezza il palato (e l’anima).
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È curioso il fatto che sia Filippo, il cui nome tradisce ascendenze greco-pagane, a conoscere l’ultraconservatore Natanaèle il quale, evidentemente, non deve essere una persona così fanatica… Appena viene a sapere dall’amico che il Messia sarebbe Gesù di Nàzaret obietta.
Nàzaret è l’unico paese di Israele che gode di un singolare privilegio: non viene mai citato dalla Scrittura. L’Israele biblico è poco più grande della Calabria e, nella Bibbia, ogni paese, fonte, pozzo, strada viene citato.
Tutto, eccetto Nàzaret. E Natanaèle, che medita la Scrittura, lo sa bene; che cosa mai può venire di buono da un paese così? Gesù lo raggiunge e nota la sua onestà: è uno senza peli sulla lingua, una persona zelante.
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Potrebbe notare che è un pettegolo, potrebbe rimarcare il suo giudizio ingeneroso e tranciante. E invece sottolinea il positivo, perché sempre Dio fa così con noi. E lo conquista. Solo quando vediamo il positivo possiamo fare dei discepoli!
Natanaèle-Bartolomeo è il patrono di chi, fra noi, ha un brutto carattere, fa sempre le pulci su tutto, è apparentemente ruvido ma, se preso dal lato giusto, quello bello che tutti abbiamo, si scioglie come neve al sole.
Che meraviglia è questo Gesù che tutti riesce a coinvolgere!
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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