Ha ragione, il Signore: se davvero lo abbiamo incontrato, se, in qualche modo, abbiamo sperimentato il suo amore, se siamo stati accesi al fuoco del suo amore e siamo accesi, è inutile nascondere questa fiamma sotto uno sgabello. Meglio, piuttosto, siamo invitati a porre la lampada in alto, perché faccia luce.
Ascolta “Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Settembre 2024” su Spreaker.Così il Vangelo è giunto fino a noi: per contagio, per propagazione, per illuminazione. Gesù è venuto a gettare il fuoco sulla terra, noi, spesso, al massimo scaldiamo il Vangelo al microonde. Non sono le riforme a mancare alla Chiesa, ma il fuoco, la passione che, se serve, cambia anche le abitudini consolidate.
Preoccupiamoci, se proprio dobbiamo, di rimanere accesi, senza preoccuparci delle cose da fare. Ma, per restare accesi, il Signore ci chiede di ascoltare la Parola, di interrogarci su come ascoltiamo la Parola, portatrice di Dio.
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Stiamo attenti, dunque, a come ascoltiamo. Perché se ascoltiamo come gli apostoli che non capiscono quando Gesù parla del dono di sé e litighiamo sui primi posti, spegniamo la fiamma della testimonianza, altro che porla in alto! E stiamo attenti a pensare di essere già sufficientemente progrediti sulla strada del Vangelo, ingannando noi stessi.
Non abbiamo segreti davanti a Dio, non perché egli ci spii o si comporti da ficcanaso, no, figuriamoci. Ma perché ci conosce più di quanto noi stessi siamo capaci di conoscerci e ci ama più di quanto noi stessi sappiamo amarci.
Stiamo attenti a come ascoltiamo la Parola che ci viene donata con abbondanza, che viene seminata nei nostri cuori induriti. Perché se la ascoltiamo con attenzione, se apriamo il nostro cuore all’accoglienza perché ogni brano della Scrittura è una pagina d’amore che Dio ci rivolge, allora possiamo davvero diventare un candelabro che lascia brillare il volto di Dio in noi.
L’ascolto appassionato incendia i nostri cuori che divampano e, senza che nemmeno ce ne accorgiamo, fanno luce intorno a noi. Vegliamo su come ascoltiamo la Parola, tesoro prezioso che ci è donato.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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