È minimo, piccino, meschino, chi pensa che Gesù sia il grande rivoluzionario che considera superato ed inutile quanto prima di lui uomini e donne appassionati hanno scoperto di Dio. L’esperienza travagliata del popolo di Israele, che crediamo scelto fra altri popoli per diventare testimone del Dio che si racconta, è approdata alla piena rivelazione di Gesù che di quella storia è compimento.
E Gesù, dopo avere destabilizzato chi lo ascolta con la fortissima pagina delle beatitudini che annunciano la logica di Dio, aggiunge che quelle stesse parole completano quanto sperimentato dal popolo di Israele nella lunga alleanza con il Dio dei padri. Non sostituisce, il Signore, fa fiorire, colma, indirizza, ne fornisce la corretta interpretazione.
Non è venuto per cambiare ma per condurre. Così per noi: non dobbiamo inventarci chissà quale innovativo cammino di fede ma ravvivare quel cammino all’interno del faticoso percorso che la Chiesa sta vivendo.
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