Sono giunti da Nàzaret i suoi familiari, per portarlo a casa. Le notizie del giudizio da parte degli inviati da Gerusalemme nei confronti del loro familiare, giudicato indemoniato e pazzo, è arrivato fin nei cortili della piccola Nàzaret provocando molto malumore e timore per il buon nome della famiglia e del clan… e cercano di convincerlo a tornare indietro, perché è fuori di sé, è fuori di testa, come abbiamo visto la scorsa settimana.
Eppure Gesù si rifiuta di cedere a questo ricatto, anche se hanno portato la madre per convincerlo, si rifiuta di cedere al ricatto e al senso di colpa dei legami di sangue. Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, cioè su di noi che ci sediamo attorno al Signore per raccogliere le sue parole, che lo seguiamo, che lo ascoltiamo.
Veniamo guardati nel profondo, amati e conosciuti, e il Signore vede in noi una nuova famiglia, vede in noi una nuova possibilità di comunità. A volte non siamo fortunati con le nostre famiglie di origine e con le nostre relazioni, ma in Gesù possiamo costruire una nuova famiglia, una nuova umanità, un nuovo inizio, ogni giorno.
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Anche oggi. Siamo fratello, sorella e madre di Cristo ogni volta che meditiamo la Parola, che la accogliamo. Lo siamo quando preferiamo perdere la faccia con quanti fanno parte del nostro clan pur di non rinnegare il Vangelo.
Lo siamo quando scopriamo che il discepolato è più della famiglia, più degli affetti, più dei legami di sangue. Lo siamo quando, proprio come farà Maria, portata per convincere il figlio ribelle, scegliamo la presunta follia di Gesù piuttosto del pacato e rassicurante perbenismo di una religione che si arrende e si omologa al pensiero comune.
Così Maria, in questa occasione, diventa discepola, segue il figlio nel momento in cui questi diventa motivo di imbarazzo per i suoi concittadini. E proprio Maria sarà la prima e la più fedele fra i discepoli, modello e forza per tutti noi che cerchiamo di seguire il Signore.
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FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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