Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 22 Ottobre 2022

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Il dolore e la disgrazia non sono una punizione divina e no, non è vero che chi fa il bravo al cospetto di Dio viene premiato mentre il malvagio viene punito. A questa conclusione era già arrivato Giobbe ma, al tempo di Gesù, ancora molti pensavano che le tragedie della vita sono in qualche modo dipendenti da Dio, giusto (e lunatico aggiungo io).

Gesù esplicita il suo pensiero, confermando quanto detto da Giobbe ed aggiungendo un dettaglio: davanti alle vicende avverse della vita interrogati sulle scelte che fai, su cosa è essenziale, su come ti muovi.

Dio non offre una risposta al mistero della sofferenza ma ci invita a convertire il nostro cuore per andare all’essenziale, là dove la sofferenza non ci distoglie dall’amore ricevuto e custodito. Nessuno di noi ama soffrire, nemmeno Dio che, secondo la parabola di oggi, non sradica il fico improduttivo ma lo concima sperando che porti frutto.

A volte le difficoltà della vita diventano il concime che ci aiuta a fiorire.

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