Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Aprile 2021 – Gv 6, 52-59

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Anche noi saremmo rimasti storditi dalle parole del Signore, fidatevi. Il dialogo nato dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci ora è diventato rovente. Non si tratta solo di cercare un pane che sazia e questo pane è colui che il Padre ha mandato. Gesù chiede di mangiare la sua carne e bere il suo sangue per avere in noi la vita di Dio…

Prego? Cosa sta dicendo il Signore? Ci invita forse a praticare il cannibalismo? La comunità, anni dopo la resurrezione, rileggerà queste parole alla luce della cena del Signore e così possiamo accoglierle. Ma per i suoi contemporanei il linguaggio era ancora diverso: il sangue è il principio vitale degli esseri viventi, la carne la parte fragile dell’essere umano…

Per accedere a Dio siamo chiamati ad avere in noi la vita stessa di Cristo senza scandalizzarci se Dio parla attraverso di lui, apparentemente fragile uomo come tutti noi. Ai giudei (e a coloro fra noi) abituati al meraviglioso, al miracoloso, un invito assolutamente destabilizzante…

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