Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 21 Giugno 2023

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Ed esiste un altro rischio per noi discepoli, per noi che abbiamo accolto con entusiasmo il Vangelo e abbiamo seguito il Maestro: quello di passare dall’essenza all’apparenza, quello di scoprire che, in fondo in fondo, qualche passo lo abbiamo fatto, che in qualche modo viviamo se non tutte almeno qualche beatitudine, che non siamo poi così male.

Pratichiamo la giustizia del Vangelo, sì, ma principalmente per essere riconosciuti e applauditi, compiaciuti, in tutta umiltà, dei risultati ottenuti. E Gesù ci indica la strada verso la verità e l’umiltà, che non è la depressione dei cattolici ma la consapevolezza del punto di partenza. L’elemosina, il digiuno, la preghiera sono, per ogni esperienza religiosa, strumenti che favoriscono la crescita interiore.

L’attenzione al povero, il dominio degli appetiti, la meditazione e la preghiera sono essenziali alla conoscenza di Dio. L’elemosina, che è la condivisione delle proprie risorse col povero, perdona molti peccati; il digiuno, dai social ad esempio, ci permette di orientare verso l’essenziale la nostra vita; la preghiera ci permette ogni giorno di rimanere in contatto con la nostra anima e con la volontà di Dio.

Ma chi vuole conoscere e seguire il Dio di Gesù, dopo avere accolto le beatitudini, dopo avere purificato e alleggerito le norme che disciplinano la vita morale, distinguendo ciò che proviene da Dio da ciò che è tradizione degli uomini, deve compiere un ulteriore, impegnativo cammino, quello dell’autenticità.

Solo il mio vero io incontra il vero Dio, solo quando lasciamo cadere gli orpelli (anche spirituali) scopriamo se siamo credenti o meno. Perché, come puntualmente fa notare il Signore, il rischio è quello di indossare una maschera. Devota, ma pur sempre una maschera. E di apparire come non si è, più attenti a mostrare agli altri le proprie virtù, in modo che nascondano i vizi, che a cambiare.

Dio vuole dei figli, non dei giusti, dei peccatori perdonati, non delle belle mascherine.

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 6,1-6.16-18

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