Vegliare in attesa della venuta del Signore. Quella definitiva nella gloria, certo ma, anche, quella quotidiana: la sua presenza nel nostro cuore, nella nostra anima. Vegliare perché la vita appesantisce il cuore, offusca lo sguardo interiore, lo sappiamo bene.
E oggi con tutte le distrazioni, il caos, la confusione, il rischio, diventa difficile anche solo l’accorgersi di avere un’anima. Fa bene il Signore a richiamare alla vigilanza. Ovviamente parla degli altri, dei tanti senza-Dio che incontriamo. Io, modestamente, con fatica ma ci provo a vegliare. Così deve avere pensato Pietro, rassicurato di essere da tempo nel gruppo dei discepoli.
Tenero… E il Signore richiama lui e noi ad una verità scomoda: proprio noi che abbiamo ricevuto di più, che abbiamo conosciuto la bellezza delle Parola rischiamo di addormentarci, di sederci, di abituarci.
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Se l’invito a vegliare è per tutti, per noi è molto più forte e vincolante. Ci è stato dato tanto perché portiamo molto frutto, ricordiamocelo.
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