Ci presentiamo a Dio nel nome del Figlio, gli diciamo di essere suoi amici, suoi discepoli, di conoscerlo, di averlo seguito, di amarlo, di avere scoperto di essere amati, di cercarlo giorno per giorno. Chi potrebbe sostenere lo sguardo dell’Eterno? Nessuno, se non che Gesù stesso ci indica come fare.
Siamo diventati famigliari di Dio e concittadini dei santi perché il Maestro ci ha svelato il suo vero volto. Perciò quando preghiamo nell’assemblea il celebrante conclude ogni preghiera, ogni richiesta, ogni ringraziamento con l’invocazione: per Cristo nostro Signore. È attraverso di lui che raggiungiamo Dio, è lui che ci ha insegnato a conoscerlo, è lui che ci ha svelato il volto di un Padre che sa di cosa hanno bisogno i suoi figli, che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, che dona del cibo a chi gli chiede un uovo e non un serpente. Noi ora sappiamo chi è Dio perché Gesù ce lo ha raccontato, ce lo ha mostrato.
Ma questa conoscenza, diventata evidente dopo la risurrezione di Cristo, diventata quotidiana con il dono dello Spirito il ricordatore, il vivificatore, deve essere nutrita continuamente per passare dall’immagine di dio che abbiamo nella testa (spesso orribile) a quella del Dio che Gesù è venuto a raccontare. Sì, in lui, ora, siamo diventati figli del gran re, intimi di Dio, abbiamo accolto i suoi segreti, il suo progetto d’amore sull’umanità, siamo diventati suoi collaboratori nella redenzione nostra e del mondo.
Allora, attraverso Cristo, chiediamo al Padre qualunque cosa per avere in noi la pienezza della gioia. Chiediamo ciò che, in Dio, ci porta alla gioia, chiediamogli la gioia del saperci amati, dello scoprirci capaci di amare. Ma chiediamogli cose grandi, non piccoli favori che, a rigore, potremmo benissimo ottenere con un po’ di impegno. Chiediamo per noi la capacità di volare alto, di non scoraggiarci, di amare fino al dono della vita. Perché la pienezza della gioia consiste nello scoprirci preziosi agli occhi di Dio, servi inutili che egli rende preziosi e indispensabili.
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Gv 16,23b-28
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