Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 20 Luglio 2023

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Sì, Signore, siamo stanchi. Stanchi della stortura di questo mondo, stanchi dell’essere umano che non impara, stanchi dell’ingiustizia e della violenza che a volte contribuiamo a far crescere…

Stanchi anche dei lati oscuri del nostro carattere, e della nostra incoerenza, e del nostro vittimismo. Stanchi dei mille problemi quotidiani che ci assillano, che prosciugano le nostre forze, che ci spingono verso il vittimismo. E oppressi, certo, dalla situazione che stenta a evolversi, da rapporti familiari tossici, dai nostri sensi di colpa, dai nostri vorticosi giri di testa…

Stanchi e oppressi anche se, ad essere sinceri, non abbiamo veramente di che lamentarci se guardiamo alle tante vittime della guerra, ai profughi, a coloro che fuggono e sfidano la morte perché oppressi da regimi dittatoriali, alle persone gravemente malate, a quanti sono senza speranza.

Siamo mediocri anche nelle nostre lamentazioni, non abbiamo, veramente, di che essere stanchi e oppressi. Allora ci sentiamo in colpa per essere stanchi, diciamo mal comune mezzo gaudio (mica vero) e tacciamo portando un peso che, magari, scambiamo per una mistica croce che tu ci poni sulle spalle.

Ma va così, Signore, siamo sinceri: ci sono dei giorni, dei momenti in cui, nonostante tutto, nonostante la fede, nonostante il cammino fatto, ci sentiamo sfiniti, vorremmo una tregua, vorremmo scendere dal treno. E tu, ancora una volta, sorridi e ci dici: venite e me. Vieni qui, lasciati abbracciare. Vieni qui, riposati un po’ accanto a me.

Tu sei il nostro riposo, tu sei la nostra liberazione, tu sei la nostra speranza, Tu sei il nostro orizzonte, tu sei la nostra gioia, tu sei la nostra forza, tu sei la sorgente di ogni amore. Ma non ti carichiamo delle cose che possiamo fare noi, no, non sarebbe giusto. Scoprendoci amati, sappiamo che la vita è necessariamente fatta di momenti di luce e momenti di ombra. Riposati e liberi, grazie a te, cambieremo il mondo.

A partire da oggi. A partire da qui, A partire da me.

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 11,28-30

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