Hanno appena decretato la morte di Gesù, i farisei, e ora chiedono un segno: sconcertante. Giocano con Gesù, lo ingannano, chiedono delle prove quando, invece, nulla farà loro cambiare idea.
Hanno deciso che deve morire, si divertono solo per confermare la loro decisione. E Gesù non ci sta, non porge l’altra guancia, non accetta la provocazione, non dona le perle ai porci. E indica un solo segno: quello di Giona. Giona, il pavido profeta, il vigliacco, che fugge, invece di accogliere l’invito di Dio e predicare a Ninive.
Ma che, alla fine, accetta con rassegnazione il compito e cammina fra le strade della grande città per invitare a conversione. Ci sono già stati i profeti, non abbiamo bisogno di ulteriori stimoli, di nuove prospettive. Ma anche, secondo i padri, Giona che resta per tre giorni nel ventre del pesce, prima di essere riportato sulla terra ferma, e il segno, allora, sarebbe la morte di Cristo per tre giorni nel ventre scuro della morte.
Abbiamo tutte le risorse per credere, per non scoraggiarci, per restare discepoli. Se la regina di Saba ha fatto tanta strada per vedere Salomone e la sua sapienza, molto più di Salomone c’è qui…
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