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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 20 Giugno 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 6, 7-15

No, non vogliamo convincere Dio sfinendolo con le nostre (spesso vuote e inopportune) parole. Non scherziamo: con lui non facciamo come con i potenti di questa terra, con gli amici degli amici, sperando che qualcuno ci possa dare una mano, raccomandare, trovare un posto per un appuntamento.

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È a un buon padre che ci rivolgiamo, uno che sa di cosa abbiamo bisogno. Allora: perché pregare? Se Dio sa già tutto tanto vale rassegnarsi e quello che accade è già il meglio che possa succedere, o no? Dio sa, in lui tutto è presente.

Ma siamo noi che non vediamo e, spesso, la nostra preghiera diventa lo specchio che ci restituisce la verità di noi stessi. E, a volte, il fatto che la nostra preghiera non venga esaudita è la molla per capire che ciò che chiediamo, forse, non è il nostro bene o che non siamo pronti a ricevere ciò che chiediamo.

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Dio non è un potente da corrompere ma un padre da cui farsi educare e condurre. Non è una preghiera, è la preghiera, l’unica che il Maestro ci ha consegnato. Non solo la preghiera, ma la preghiera che svela il vero volto di Dio, che ci introduce nel mistero della sua vera e profonda natura.

Un Dio che è padre/madre, condiviso da altri fratelli, che è nascosto, celato, nei cieli per lasciarci liberi, che invochiamo affinché tutti riconoscano la sua santità, di cui attendiamo il Regno, che ha una volontà di bene su di me, che vuole il mio bene. Un padre a cui chiediamo pane e felicità, giorno per giorno, a cui affidiamo le nostre mancanze per essere colmate, mentre ci impegniamo ad essere figli del perdono, a cui chiediamo aiuto nel momento della fatica, liberandoci dal Maligno.

Pregando il Dio di Gesù, imparando a conoscerlo, lasciandoci trasformare, diventiamo capaci di perdonare gli altri perché ci siamo scoperti amati e perdonati. Un perdono che non diventa arrogante, pretenzioso, ma effusione della consapevolezza di essere noi per primi accolti e amati e trasfigurati, resi capaci di amare.

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FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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