Siamo così abituati a giudicare, noi stessi, gli altri, la vita, Dio stesso, da non accorgerci nemmeno più del costante, lento borbottio che inquina le nostre menti, che lentamente avvelena e soffoca la nostra vita interiore.
Siamo talmente abituati ad avere un volto pubblico, presentabile, rispettabile, ed uno nascosto, arcigno, giudicante, rabbioso, vittimista, che pensiamo non possa essere diversamente.
E il Signore, tenero, chiede a chi prende sul serio le beatitudini a chi, davvero, cerca la felicità, di fare diversamente. Di giudicare, certo, ma con lo sguardo con cui Dio vede noi e gli altri, uno sguardo innamorato e sognante, capace di andare oltre, di non cercare visibilità o giustificazioni, uno sguardo di tenerezza e compassione, di misericordia, che offre la possibilità di un cambiamento.
Non si tratta di cercare le pagliuzze o di far finta di non vedere le travi, ma di acquistare uno sguardo nuovo, un pensiero nuovo, un cuore nuovo. Quello di Dio.
Fonte | LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO DEL GIORNO