Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 20 Gennaio 2023

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Sale sul monte, il Signore, come ha fatto Mosè per accogliere le tavole della Legge, ma non saranno più delle regole da seguire, quelle donate, ma un’esperienza di comunione da costruire. Sale sul monte e chiama a sé i discepoli, liberamente, chiama noi, chiama me, se lo vogliamo, se 10 voglio. Non ci siamo scelti, siamo stati scelti per stare con il Maestro, frequentarlo, conoscerlo, amarlo.

E per raccontare agli altri la vita bella del Vangelo che ci ha cambiato il cuore. E guarire da ogni tenebra, noi e gli altri. Ecco l’embrione di quella che sarà la Chiesa, il sogno di Dio, profezia di un)umanità riconciliata, testimoni dell’amore di Dio, sua pagina pubblicitaria. A questo “serve” la Chiesa, nata dal desiderio e dalla preghiera del Maestro: a stare con lui, ad annunciare il Regno, a guarire e liberare noi stessi e chi incontriamo.

“Stare con lui” nella preghiera e nella lettura orante della Parola, “annunciare” a volte anche con le parole, “guarire” perché il Signore, amandoci, ci solleva in alto. Il Signore sceglie uomini costituti, (‘fatti’) , plasmati in “dodici Dodici come il numero delle tribù d’Israele, come i mesi che compongono l’anno, un numero che indica la totalità, la pienezza. In quei Dodici sono rappresentati tutti gli uomini e le donne chiamati a diventare il popolo che Dio si è scelto.

Si diventa Chiesa, che è più della somma delle singolarità, un gruppo che è più delle diversità di chi lo compone. E che singolarità! Gesù mette insieme intellettuali e artigiani, devoti e peccatori, conservatori e progressisti, niente e nessuno sarebbe riuscito a fare altrettanto. Li sceglie così diversi perché l’unità si compone di feconde diversità.

Questa è la Chiesa, quella che ha in mente il Maestro, non quella piccina dei nostri litigi: una comunità di persone diverse, accomunate dallo loro unicità, che hanno fatto esperienza, con sensibilità diverse, che Dio c’è ed è bellissimo e che sono chiamate a testimoniarlo, come voglio fare anch’io, quest’oggi, lasciandomi amare, scegliendo di amare.

Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva

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