È una festa di nozze l’incontro con il Signore Gesù, lasciate perdere tutte le idee su Dio e sulla religione che vi siete fatti finora. È una festa di nozze: non ha nulla a che vedere con le devozioni e le pratiche liturgiche ingessate e stanche di chi pensa a Dio come ad un blocco di granito.
È uno sposo, il Signore Gesù, a chi verrebbe in mente di seguire una dieta durante un banchetto di nozze? È uno sposo: l’incontro con lui suscita gioia, entusiasmo, ebbrezza. Solo quando la percezione della sua presenza si affievolisce si ricorre al digiuno, solo quando la notte della prova smorza la gioia si ricorre alla disciplina e la nostalgia del Maestro diventa intollerabile dolore e brama un nuovo incontro.
È uno sposo il Signore: avvicinarsi a lui con le consuete categorie religiose è come mettere del vino giovane in vecchie botti che rischiano di spaccarsi. E così accade alle nostre devozioni: quando il Signore si fa sentire tutto diventa piccolo e stretto, e ogni norma, ogni regola, fatta per dare una misura e un ordine alla ricerca di fede, lasciano spazio alla novità della sua presenza.
Come un vestito nuovo che ci restituisce bellezza e dignità, così è l’incontro col Signore Gesù che cambia radicalmente il nostro essere e il nostro credere.