Matteo parla della sua chiamata, del momento in cui, molti anni prima, ha incrociato lo sguardo del Nazareno che lo ha spinto ad abbandonare tutto ciò che pensava di avere.
E quella chiamata diventa contagiosa: invita i suoi amici, pubblicani e peccatori, a conoscere il Maestro che lo ha chiamato, che gli ha chiesto, ultimo fra gli ultimi, di diventare discepolo. Non si capacita, Matteo, dell’iniziativa di Gesù: lui, guarito dalla misericordia, racconta gli altri quanto gli è successo.
Così avanza l’annuncio del Vangelo: da bocca a orecchio, da storia e storia, da guarigione interiore a guarigione interiore. E poco importa se i custodi di Dio, i difensori dei puri, si innervosiscono e contestano questo agire così libero e liberante: visto che si sentono sani non hanno nessun bisogno di ricorrere alle cure del medico che è Dio…
Ma se questa è la logica, perché ci ostiniamo ad apparire sempre migliori di quello che siamo veramente? Mistero dell’umana natura…
Fonte | LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO DEL GIORNO