Giovanni riceve la visita degli inviati del Sinedrio che si interrogano, loro, i detentori del potere, a proposito di questo strano personaggio che non si spaventa neppure di fronte alle autorità religiose, che non ne enfatizza il ruolo, che non frequenta il tempio e che, pure, raduna così tanta folla.
Come, ancora oggi, succede nella nostra Chiesa: chi cerca Dio preferisce le persone autentiche ai ruoli ufficiali, la verità dell’annuncio rispetto alla solennità del tempio. Per quale misteriosa ragione migliaia di persone affrontano il deserto e aspettano che questo rude e respingente asceta rivolga loro una Parola? Non hanno il tempio? E i riti? E i sacerdoti?
Vogliono capire o, più probabilmente, indagare per zittire il battezzatore, spina nel fianco. <<Chi sei?>>, chiedono. Giovanni è chiaro: lui non è il Cristo. Potrebbe pensarlo: gli altri lo pensano di lui (bisognosi come siamo di Cristi).
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Potrebbe approfittarne, cedere alla più subdola delle tentazioni, quella del delirio di onnipotenza. No, dice Giovanni, lui non si prende per Dio. Giovanni ha pensato e ha capito. Il sole del deserto e la polvere che raschia la gola, gli occhi bruciati dalla luce e il corpo ormai piegato dalla durezza delle scelte, lo hanno portato a capire chi egli è nel profondo; l’attesa spasmodica di un messia ha creato dentro di lui uno spazio che saprà riconoscerlo e riconoscersi.
Così accade anche a noi, quando prendiamo sul serio l’incarnazione che è l’inattesa possibilità di incrociare Dio per strada: cercare lui, il Messia, ci svela a noi stessi. <<Chi sei, allora?>>. Un mistico? Un provocatore? Un guru?
No, egli è voce. Voce, voce prestata ad una Parola, voce che amplifica un’idea non sua, voce, che fa riecheggiare un’intuizione di cui anch’egli è debitore. Tu, amico lettore, cosa sei? Cosa dici di te stesso?
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Contrariamente alla falsa idea di un cattolicesimo che mortifica e castra le ambizioni degli uomini (“Se Dio c’è io sono fregato”, pensa Erode), il Vangelo ci svela un Dio che ci aiuta a cogliere la verità di noi stessi.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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