Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 2 Gennaio 2023

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<<Tu chi sei?>>. Vengono da lontano per interrogarlo, devono chiedere, indagare, scrutare. Si sentono gli avvocati di Dio e vogliono capire per quale misteriosa ragione la folla si inoltra nel deserto per ascoltare quest’uomo consumato dal vento e dal sole.

E, soprattutto, perché, proprio ora che il tempio ha ripreso a funzionare, la gente preferisca la predicazione del Battista alle solenni celebrazioni. La gente pensa che sia il Messia, ne è convinta. Improbabile, certo, ma è meglio indagare: <<Tu chi sei?>>. Potrebbe prendersi per il Cristo, tutti lo pensano, e invece no. Non è lui l’atteso, e nemmeno Elia o uno dei profeti. È solo una voce imprestata alla Parola.

Che tenerezza fa Giovanni! Il più grande uomo mai nato, come lo definirà Gesù, il profeta coerente e ruvido, l’asceta che si lascia plasmare dal deserto, il testimone coerente fino alla morte, dice di sé di essere solo “voce”. Perché questo ha scoperto di sé, dopo tanti anni di cammino: di essere una voce imprestata alla Parola che Dio rivolge agli uomini. Abbiamo fatto memoria della venuta di Gesù nella storia, in attesa del suo ritorno nella gloria, ma, ogni volta, ci chiediamo se Cristo è nato qui e ora nella nostra vita. E in questa seconda parte del breve tempo liturgico di Natale, ci viene offerta una riflessione straordinaria: <<Cosa dici di te stesso?>>.

Perché solo il mio vero “io” incontra il vero Dio. Altrimenti corriamo il rischio di proiettare addosso a Dio le nostre attese, le nostre paure, le nostre illusioni. Il Vangelo di Giovanni inizia con una domanda perché Dio vuole da noi verità, non ama le belle mascherine, i finti devoti.

Se non ci prendiamo per Dio, se abbiamo il coraggio di presentarci a lui per quello che siamo, se la vita ci ha fatto capire che procede per spoliazione, togliendo dalla nostra anima il superfluo e l’inutile, se non dobbiamo apparire diversi sapendo che Dio ci ha immaginati nel suo progetto nella bellezza del poco o tanto che siamo, allora anche la nostra vita diventa profezia.

Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva

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