In questa giornata, nel passato, si benedivano i ceri che si sarebbero usati durante le funzioni dell’anno. In questa giornata, ancora oggi, i consacrati al Signore offrono la loro vita perché diventi luce.
Il figlio unigenito viene presentato al tempio, in obbedienza alle prescrizioni della Legge. Maria e Giuseppe, che potrebbero, non si sentono migliori, o diversi. Hanno Dio in casa e non hanno problemi a seguire la ritualità, talora stanca e superficiale, del proprio popolo.
Riconoscono che quel figlio, come ogni figlio, è dono della vita, è segno di speranza e fiducia da parte di Dio. E quel, figlio, lo sappiamo, è il sì d’amore definitivo del Dio di Israele, ora riconoscibile ed incontrabile. Anche noi, oggi, con semplicità, riconosciamo che tutto ciò che abbiamo e siamo è dono. E facciamo della nostra giornata un dono per gli altri, nella semplicità, nell’accoglienza, con amore.
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