Tarda, il Signore. Fra la sua venuta nella storia e il suo ritorno nella gloria, in questo tempo e in questa terra di mezzo ha affidato a noi discepoli l’annuncio, perché ognuno possa sperimentare nel suo cuore l’incontro con il Dio che il Maestro è venuto a raccontare.
Ma tarda, e tanto, e da tempo. Già san Paolo si crucciava e ragionava: se egli è il capo, la testa, e noi il corpo, il corpo deve prima formarsi in tutte le sue membra prima di poterlo accogliere.
Ma nel frattempo il rischio di perdere la fiducia, di assopirsi, di perdere la fede esiste e lo vediamo. In occidente viviamo un momento di cambiamento radicale; le nostre comunità faticano, modelli di pastorale che abbiamo reiterato si rivelano inadeguati e la tentazione di tirare i remi in barca è tanta.
La costanza, serena e fedele, la perseveranza che si ottiene coltivando la propria vita interiore, è ciò che ci permette di vigilare senza cedere a compromessi, sapendo che il Signore verrà.
Fonte | LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO DEL GIORNO