Il vangelo di oggi ancora ci conduce ad approfondire la riflessione iniziata ieri. Gesù non accetta di interferire con le questioni di eredità del tale che si sente defraudato dal fratello. Quante volte anche noi tiriamo per la giacca Dio per avere giustizia!
Ma Dio, come già dicevamo nel commento della domenica, non appare a risolvere i problemi quotidiani, le controversie più o meno serie e gravose che affrontiamo ogni giorno. Esiste un’autonomia nelle realtà terrene. Gesù pensa che l’uomo sia in grado di capire da solo se e come risolvere una situazione con equità e giustizia.
A partire da questo approccio il Signore svela il suo pensiero sulla ricchezza che, ci ammonisce, può diventare un inganno perché non realizza mai la felicità che promette. Gesù non è un classista, ha avuto fra i suoi discepoli persone facoltose e poveri in canna ma, ad ognuno il Signore svela un orizzonte di riferimento con cui confrontare tutto il resto.
La ricchezza è una questione di atteggiamento, non di portafoglio, e il rischio è quello di lasciare che le preoccupazioni alla fine ci travolgano, ci impediscano di vedere che non siamo solo ciò che produciamo, consumiamo o guadagniamo!
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