Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 19 Luglio 2023

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Gesù è stupito da quanto sta accadendo: chi avrebbe dovuto accogliere il Messia, riconoscerlo, accoglierlo con gioia e stupore si è rinchiuso nella propria supponenza religiosa, storcendo il naso davanti al Nazareno, troppo dimesso e umile per soddisfare il desiderio di riscatto della maggioranza del popolo.

I farisei, gli scribi, i sadducei… tutti hanno qualche ragione per rifiutare la sua pretesa, chiudendo occhi e orecchie davanti al suo annuncio. Chi meglio degli uomini di fede e devoti avrebbe potuto riconoscere nelle sue parole il richiamo dei profeti a tornare sulle strade di Dio?

Così non è accaduto, anzi. Sono invece i poveri, i semplici, gli umili a seguirlo, ad ascoltarlo, ad accoglierne la testimonianza. Coloro che, agli occhi dei dottori della Legge e degli scribi, apparivano maledetti, perché incapaci di comprendere le norme da rispettare. Ha sbagliato strategia pastorale, il Maestro, il sogno lungamente coltivato. E Gesù, davanti al fallimento del suo progetto, invece di rammaricarsi e scoraggiarsi che fa?

Capisce che il Padre ha agito in questo modo per venire incontro proprio ai figli perduti della casa di Israele. E gioisce, esultando e benedicendo il Padre. Così è Dio: se si chiude una porta apre una finestra, se si chiude una finestra apre una breccia nei nostri cuori.

E ciò che ai nostri occhi appare come limite e fallimento diventa, nella logica amorevole di Dio, opportunità di cambiamento, di svolta, di ribaltamento delle (piccine) logiche del mondo. Non è quello che accade nelle nostre stanche parrocchie? Ci appoggiamo a un modello che si replica di anno in anno, facendo piccole modifiche, salvo accorgerci che coloro che dovrebbero (potrebbero) accogliere, i cristiani di lungo corso, abbandonano la vita comunitaria.

E se, invece di lamentarci, facessimo come Gesù scoprendo l’azione del Padre al di là delle nostre azioni? Chiediamo al Maestro di saper riconoscere l’incredibile opera di Dio nelle nostre vite!

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 11,25-27

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