Piange, Maria di Migdal, la grande discepola che ha abbandonato la sua ricca città ai bordi del lago dopo essere stata liberata da un vita appesantita e dolente.
Piange disperata perché non ha nemmeno più la possibilità di vegliare il corpo del suo amato Maestro. E gli angeli la interrogano: perché piangi? Chi cerchi? Trabocca di domande il Vangelo, se ne trovano più di duecento.
E, nel vangelo di Giovanni, la prima parola pronunciata da Gesù e rivolta ai due discepoli del Battista è proprio una domanda: che cercate? Si chiude il cerchio, ora: i primi discepoli cercavano un Maestro e trovano il Messia, Maria di Migdal cerca il crocefisso e trova il risorto. Perché piangi?
Siamo talmente abituati a vivere in una condizione di sudditanza alla vita, di vittimismo, di rassegnazione, con il cuore pieno di lamentele e di occasioni perdute, da dimenticarcene la ragione. Il risorto incalza: dai un nome e un cognome al tuo dolore, poi abbandonalo, perché io sono risorto e ti porto con me.
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