Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 18 Settembre 2023

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Non si incontrano nemmeno Gesù e il Centurione. Il primo sta acquistando una grande fama di guaritore intorno al lago. Il secondo, pur essendo pagano, ci viene presentato come un uomo di gran cuore, si occupa del servo mettendosi in gioco; ed è anche benevolo (e benefattore) verso i credenti del villaggio, cosa che suscita la “raccomandazione” da parte degli anziani…

Non si incontrano eppure si intendono: l’ufficiale, nel suo pragmatismo sa bene che Gesù è in grado di intervenire senza doversi scomodare. Esprime una fede che suscita stupore nel Maestro, una fede che, afferma, non ha trovato nemmeno fra i devoti di Israele… Così è Dio, il Dio di Gesù: non si ferma davanti alle razze, alle fedi, ai ruoli ma accoglie chi agisce con intelligenza spirituale il suo messaggio, chiunque esso sia.

E forse dovremmo imparare anche noi a saperci stupire delle tante persone apparentemente lontane che cercano Dio e amano i fratelli. Magari più di noi. Se un albero si vede dai frutti, il centurione romano è il tipico esempio di come un’anima libera e benevola incontri il favore di Dio e l’approvazione dei fratelli. Un ufficiale nemico e invasore diventa capace di relazionarsi con le persone al di là dei ruoli e dei pregiudizi.

Noi crediamo che il mondo sia seminato a buon grano e che nel cuore di ogni persona alberghi una scintilla divina. E nel gioco della libertà personale far divampare questa scintilla in un incendio che bruci i cuori, che riscaldi la vita. Gesù rimane stupito dall’atteggiamento umile dell’ufficiale che non usa la sua posizione con arroganza e che fa prevalere gli affetti sul potere.

Quanto possiamo imparare da questo uomo! Portiamo a Cristo nella preghiera le persone ammalate che conosciamo, non c’è bisogno che il Maestro si disturbi, basta il dono di una sua parola per sciogliere le catene e ridare speranza. Quanto siamo fortunati nel far parte del grande sogno di Dio che è la Chiesa!

FONTE: Amen – La Parola che salva

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Lc 7,1-10

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